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Melata di Quercia, prodotta a Bocchigliero (CS). Nei boschi l’attenzione delle api è rivolta alla melata, una sostanza appiccicosa e zuccherina che si forma sugli alberi, principalmente conifere come l’abete rosso, il pino, ma anche su alberi come tiglio, quercia e acero. Questa sostanza dolce è prodotta da piccoli insetti (afidi, cicaline, cocciniglie) che si nutrono di una grande quantità di linfa dagli alberi e secernono la melata, una sostanza di scarto ma ancora ricca di sostanze nutritive come zuccheri e sali minerali. Le api raccolgono la melata e la trasformano in miele grazie agli enzimi che producono. Il miele è poi lasciato maturare nei favi dell’alveare. Così nasce il miele di melata, dal sapore molto meno dolce rispetto al miele ricavato dal nettare dei fiori, e dalla ridotta quantità di zuccheri come glucosio, fruttosio e saccarosio, quindi più adatto all'alimentazione di coloro che vogliono ridurre l’apporto di zuccheri nella dieta. Se il miele di nettare è prodotto in numerose tipologie, a seconda del nettare raccolto dalle api, la produzione del miele di melata è meno ampia. Gustando il miele di melata si percepisce un retrogusto di corteccia, una mescolanza di aromi sorprendenti che lasciano sulla lingua un sapore amaro. Questo prodotto è, come il miele di nettare, un potente antibatterico e antisettico polmonare per le vie respiratorie, adatto a calmare bronchiti, tracheiti e perfetto in caso di raffreddore o influenza. Al suo interno è poi possibile trovare polifenoli e altri antiossidanti. Rispetto al miele di nettare, il miele di melata è ancor più ricco di sali minerali come ferro, fosforo, magnesio, manganese e potassio. Il suo colore è molto scuro, a volte tendente al nero.

Melata di Quercia, prodotta a Bocchigliero (CS).
Nei boschi l’attenzione delle api è rivolta alla melata, una sostanza appiccicosa e zuccherina che si forma sugli alberi, principalmente conifere come l’abete rosso, il pino, ma anche su alberi come tiglio, quercia e acero. Questa sostanza dolce è prodotta da piccoli insetti (afidi, cicaline, cocciniglie) che si nutrono di una grande quantità di linfa dagli alberi e secernono la melata, una sostanza di scarto ma ancora ricca di sostanze nutritive come zuccheri e sali minerali.
Le api raccolgono la melata e la trasformano in miele grazie agli enzimi che producono. Il miele è poi lasciato maturare nei favi dell’alveare. Così nasce il miele di melata, dal sapore molto meno dolce rispetto al miele ricavato dal nettare dei fiori, e dalla ridotta quantità di zuccheri come glucosio, fruttosio e saccarosio, quindi più adatto all’alimentazione di coloro che vogliono ridurre l’apporto di zuccheri nella dieta. Se il miele di nettare è prodotto in numerose tipologie, a seconda del nettare raccolto dalle api, la produzione del miele di melata è meno ampia.
Gustando il miele di melata si percepisce un retrogusto di corteccia, una mescolanza di aromi sorprendenti che lasciano sulla lingua un sapore amaro. Questo prodotto è, come il miele di nettare, un potente antibatterico e antisettico polmonare per le vie respiratorie, adatto a calmare bronchiti, tracheiti e perfetto in caso di raffreddore o influenza. Al suo interno è poi possibile trovare polifenoli e altri antiossidanti.
Rispetto al miele di nettare, il miele di melata è ancor più ricco di sali minerali come ferro, fosforo, magnesio, manganese e potassio. Il suo colore è molto scuro, a volte tendente al nero.