Con il termine “polline” si indica, in botanica, l’insieme dei gametofiti maschili immaturi che si presentano sotto forma di una polverina fine ed appiccicosa, diversamente colorata a seconda del fiore, che costituisce la materia fecondante dei fiori.
Questa polvere viene facilmente trasportata dal vento e riesce a raggiungere gli organi femminili dei fiori (pistilli); un altro mezzo di impollinazione, e cioè di dispersione del polline e fecondazione dei fiori, è dato dalle api e da altri insetti pronubi: In cambio del nettare che le attira verso i fiori e del polline che è oggetto di interesse alimentare, le api trasportano il polline di pianta in pianta.
Struttura della cellula di polline
Il granulo pollinico è la microspora delleGimnosperme e delle Angiosperme la cui funzione è la fecondazione. Le dimensioni dei granuli maturi sono molto variabili da 250 micrometri (Cucurbita) a 5 micrometri (Myosotis). Il granulo pollinico o microspora ha parete spessa, formata in prevalenza da sostanze altamente resistenti agli agenti chimici e fisici: le sporopollenine, polimeri di carotenoidi.
Il polline è caratterizzato da uno strato protettivo composto da due pareti la cui PARTE esterna viene detta esina, composta da sporopollenina, sostanza prodotta dalle cellule che foderano la parte interna delle antere. L’esina è costituita da sporopollenine che rendono i granuli molto resistenti. L’intina è formata da polisaccaridi. La parte più esterna dell’esina, la sexina, è formata da columellae che sorreggono un tectum. La parte più esterna dell’esina può presentare strutture, disegni e ornamentazioni diverse. Sull’esina, sui pori e sull’intina sono presenti anche enzimi, PROTEINE e glicoproteine che servono al granulo per farsi riconoscere dalla parte femminile del fiore.
La cellula del polline contiene due nuclei: uno formerà il frutto, l´altro il seme. La cellula è protetta da vari strati che insieme costituiscono sistemi complementari di protezione. L´intina, che avvolge la cellula, ha una struttura costituita da fibre di cellulosa, che offre una protezione meccanica contro lo schiacciamento; la sua superficie esterna presenta forme proprie per ogni specie e varietà. E’ questa varietà di forme che consente di identificare l´origine botanica del polline, così come l’origine floreale dei mieli, che conservano sempre traccia dei pollini di provenienza. Inoltre l´intina, essendosi fissata in alcuni terreni, permette di identificare la vegetazione presente al momento della formazione del terreno in occasione di scavi archeologici. La funzione dell´intina è quella di trattenere l´exina, una molecola costituita da sostanze grasse solidificate, colorate e ricche di caroteni, aromi, polifenoli, fitosteroli, flavonoidi e vitamine liposolubili antiossidanti. Essa è il concentrato di molecole che il regno vegetale utilizza per proteggersi dall´ossidazione, dall´attività nociva della luce e dal disseccamento. Per lo più queste molecole sono preziosi micronutrienti con forte potere antiossidante.
Impollinazione
L’impollinazione rappresenta il principale meccanismo di riproduzione delle Gimnosperme e delle Angiosperme; è il trasporto di polline dalla parte maschile a quella femminile dell’apparato riproduttivo (contenuto nei coni o nei fiori) della stessa pianta o di piante diverse.
Esistono due tipi principali di impollinazione:
- l’autoimpollinazioneo impollinazione autogama, si verifica quando il polline passa direttamente dall’antera di un fiore allo stigma dello stesso fiore. Le piante che praticano questo tipo di impollinazione sono dette autogame.
- l’ impollinazione incrociatao impollinazione eterogama, si verifica quando il polline viene trasportato dall’antera di un fiore allo stigma del fiore di un individuo differente della stessa specie. Le piante che praticano questo tipo di impollinazione sono dette allogame.
Il trasporto può essere mediato da diversi vettori:
- insetti(impollinazione entomogama o entomofila)
- rettili(v. altre forme di impollinazione zoogama)
- uccelli(impollinazione ornitogama o ornitofila)
- pipistrelli(impollinazione chirotterogama)
- piccoli marsupialie mammiferi (v. altre forme di impollinazione zoogama)
- molluschi(v. altre forme di impollinazione zoogama)
- vento(impollinazione anemogama)
- acqua(impollinazione idrogama)
- uomo(impollinazione artificiale)
Come viene raccolto, elaborato e conservato dalle api il polline?
Il procedimento con cui le api operaie raccolgono il polline è affascinante. Prima di uscire per bottinare, le api riempiono l´esofago di nettare prelevato dalle scorte dell’alveare. Giunte sul fiore, raccolgono il polline grazie ad “attrezzi” particolari di cui sono dotate. Tramite la peluria che le ricopre e a spazzole di peli rigidi che hanno sulle zampe, le operaie recuperano la polvere di polline riducendola in palline che poi trasportano nelle “cestelle del polline”, costituite da lunghe setole arcuate situate nelle zampe posteriori. Per assicurare l’aderenza e la compattezza delle palline, utilizzano il nettare che avevano prelevato all’uscita. I fermenti presenti nel nettare provocano un´inseminazione nelle pallottoline.
L´ape produce il polline alla temperatura dell’alveare, che è di 36°C, una temperatura che, insieme con una elevata umidità, consente lo sviluppo delle larve impedendo a loro e al loro nutrimento (la pappa reale) di seccarsi. Temperatura e umidità che potrebbero però rendere difficile la conservazione del polline. Per conservarlo, le api allevano dei fermenti lattici e alcuni lieviti nel nettare immagazzinato vicino alla covata. Questo procedimento microbico, costituito da 5-8 fermenti e da 3 lieviti, ha il compito di impedire qualunque putrefazione batterica del polline. Una pratica, degna di un procedimento industriale, che è patrimonio dell´ape da milioni di anni. Il polline così elaborato dalle api e immagazzinato nei favi prende il nome di pane d’api.
Proprietà
Il polline è impiegato in fitoterapia come ricostituente perché è un alimento completo. Ricco di proteine (6-30%); aminoacidi (15-22%); lipidi (1-10%); acidi grassi insaturi e steroli; carboidrati (fino al 50% allo stato secco); zuccheri semplici (4-10%); acqua (12-20%);vitamine (vitamina C, vitamina A, acido pantotenico, acido folico, complesso di vitamine B); enzimi; ormoni; fattori antibiotici; sali minerali (ferro, calcio, magnesio potassio e zinco) e flavonoidi. Nel nucleo della sua cellula, il polline racchiude il segreto della vita: le molecole DNA e RNAche stabiliscono la funzione vitali di tutte le cellule. Grazie a queste sostanze rafforza e nutre l’intero organismo, combatte gli stati di affaticamento psicofisico rivelandosi un ottimo adattogeno ed antiossidante.
Usato dagli atleti per aumentare la resistenza alla fatica e allo sforzo muscolare, trova impiego nell’attività fisica degli sportivi per l’apporto dei carboidrati e lipidi ma soprattutto come fonte di proteine e di aminoacidi essenziali, superiori a quelli della carne, delle uova e del formaggio, che giustificano le proprietà tonificanti, anabolizzanti, date dalla presenza di 20 dei 22 aminoacidi utilizzati dall’organismo umano. Queste stesse sostanze unite alla significativa presenza del ferro, in una forma molecolare altamente disponibile per il nostro organismo, conferiscono al polline le virtù nutrienti e antianemiche. Il suo impiego è consigliato perciò nei disturbi della crescita dei bambini, grazie anche al calcio e alle vitamine, che combattono la decalcificazione ossea, il rachitismo, ritardi nella crescita, anemia, anoressia, inappetenza e magrezza.Circa la metà degli aminoacidi risultano particolarmente importanti per l’attività metabolica a livello cerebrale, perché forniscono un valido ed efficace apporto nutritivo per il sistema nervoso centrale. Questi principi nutritivi migliorano il metabolismo e potenziano il rendimento intellettuale, le funzioni psico-motorie e mnemoniche, fondamentali durante la preparazione di esami e negli anziani. Negli adulti svolge un’azione stimolante di tutte le funzioni vitali principali: corregge e regola gli squilibri endocrini. Quando gli stati di stress e affaticamento psicofisico, a cui andiamo soggetti, esauriscono tutte le nostre energie, provocando astenia, calo della libido, ansia e depressione, il polline è estremamente efficace per ridare energia vitalità e vigore e per risvegliare i sensi.
I flavonoidi, potenti antiossidanti contenuti nel polline, contrastano l’insorgenza di malattie cardiovascolari, perché abbassano il colesterolo, stabilizzano e rafforzano i capillari, riducono leinfiammazioni e combattono la formazione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. In particolare, la quercetina svolge un’azione immunomodulante ed è quindi molto utile nella cura dell’asma, di malattie polmonari croniche ostruttive, bronchiti, sinusite, raffreddore, febbre e allergia.Al contrario dei farmaci antibiotici, infatti, il polline non attacca direttamente gli agenti patogeni, ma piuttosto stimola e rinforza il sistema immunitario nei confronti di questi microrganismi, contribuisce a normalizzare la flora batterica (in quanto può contenere da 1 a 10 milioni di fermenti lattici per grammo), regolarizzando le attività intestinali, regolarizzando episodi di stipsi(in quanto contiene fibre) e diarrea, favorendo la digestione e l’eliminazione dei gas intestinali.
E’ un rimedio efficace per l’ipertrofia prostatica benigna, grazie alla presenza dei bioflavonoidi che svolgono un’azione antinfiammatoria e inibitrice della crescita del tessuto della prostata, in grado di ridurre il dolore, la congestione e il rischio di cancro alla prostata. La rutina tonifica i capillari, aiutando le vene varicose, l’insufficienza venosa, le emorroidi e l’ipertensione.